Articolo
22 Marzo 2022

FACCIAVISTA – di Andrea Bentivegna

Facciavista è una nuova rubrica di AR Web in cui parleremo solo di facciate. È del resto evidente, che l’aspetto delle nostre città stia cambiando repentinamente e, mai come in questi mesi, tanti edifici vengono avvolti da ponteggi per rinnovarne l’aspetto.

Intonaci distaccati, ponti termici da isolare, trasmittanze, cappotti e quant’altro stanno ridisegnando il paesaggio urbano. Un’opportunità, è stato detto. Indubbiamente, ma è certo che la frenesia di approfittare delle allettanti agevolazioni fiscali ha impedito – di fatto – qualsiasi riflessione teorica su ciò che si sta facendo, al punto che anonimi condomini e architetture d’autore vengono, in molti casi, trattati indistintamente.


L’alternanza schizofrenica di colori aveva già colpito gli edifici più antichi senza risparmiare nemmeno le sedi del potere – Quirinale e palazzo Chigi su tutti – generando, in passato, una tendenza color pastello con cui si è “sbiancata” gran parte della città storica. Che dire poi del caratteristico barocchetto romano che ha inspiegabilmente perduto la sua tinta “tono su tono” vedendola sostituita con un’inedita bicromia oggi di gran moda. Cambiamenti che fanno già parte della storia, potremmo dire, ma a ciò si aggiunge oggi, per effetto dei vari decreti, anche lo sterminato patrimonio edilizio del secondo ‘900 che, nella percezione diffusa è generalmente privo di qualsivoglia valore e spesso indistintamente considerato solo come il prodotto della speculazione edilizia.

Non senza fatica, negli ultimi anni, storici e studiosi hanno cercato di superare questi pregiudizi dimostrando come anche questa parte della città, quantitativamente rilevante, possieda molti interessanti esempi di architettura. Sforzo che potrebbe essere stato vano se, come sta accadendo, un numero impressionante di edifici avrà, nel giro di qualche mese, un aspetto completamente diverso rispetto a quello pensato dal suo autore. Rischi appunto, ma anche opportunità, dal momento che, proprio in virtù di questi stessi motivi, sarebbe verosimilmente questa la prima e migliore occasione per intervenire su edifici oggi invecchiati di oltre mezzo secolo, ripristinandone l’originaria idea architettonica.

 Un crinale, quello su cui ci troviamo, che appare dunque più che mai insidioso, con la possibilità di mettere finalmente a frutto le teorie sul restauro da una parte e al tempo stesso i rischi di una superficialità da scongiurare. Chi altro se non gli architetti dovrebbe farlo? Emerge dunque, una sola, possibile, strada da percorrere: discuterne.


Il dibattito, proprio il grande assente di queste settimane. Occorre invece confrontarsi, analizzare quanti più casi possibili, ognuno con le sue peculiarità e le sue problematiche.

Ciò che si propone Facciavista è proprio questo, uno spazio in cui proporre di volta in volta esempi concreti di cantieri in corso sui quali dibattere e discutere. Se vi sembrerà tempo perso vorrà dire che qualcosa non va per questa categoria.

Andrea Bentivegna

Fondatore de Il Contrafforte

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Comitato scientifico Centro Studi Giorgio Muratore

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