La musica del Maestro Remo Anzovino, in concerto a Roma il 29 gennaio all’Auditorium Parco della Musica, descrive in modo perfetto l’essenza di Borromini attraverso l’attenta composizione della colonna sonora del docufilm “Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione” diretto da Giovanni Troilo, con gli attori Jacopo Olmo Antinori (Borromini), Pierangelo Menci (Bernini), con la sceneggiatura di Luca Lancise, prodotto da Francesco Zippel e Federica Paniccia.
Il film è andato recentemente in onda su Sky ed è stato anche proiettato e presentato alla Casa dell’Architettura di Roma sabato 16 dicembre 2023, con la sala centrale dell’Acquario Romano strapiena, con un Talk moderato da Paolo Anzuini (coordinatore scientifico dell’evento) e con interventi di Claudio Strinati, Giovanni Troilo, Federica Paniccia, Michela Valentini, Pierangelo Menci, Luca Lancise, Roberta Bocca e il sottoscritto.
La narrazione cinematografica viaggia sul delicato crinale che separa un film da un documentario e riesce a fondere, in un unicum, queste due essenze narrative. Si tratta di un racconto ottimamente realizzato che ripercorre la vita e l’opera di Borromini – e il suo eterno scontro con Bernini –, sottolineando la complessa dinamica psicologica che porta un architetto geniale a creare arte e architettura; un racconto che parla di vita e di storia, di passione, di coraggio e di spinta propulsiva della progettazione che prefigurava, in epoca barocca, un futuro che ancora non esisteva, portando al limite le forme dinamiche dell’architettura, avvicinandole al profondo significato organico della natura, alle matrici primarie della terra. In questa direzione Paolo Portoghesi, intervistato nelle parti documentarie del film, come immortale maestro-scrittore-narratore del Barocco, evidenzia puntualmente e in modo efficace l’opera e la vita di Francesco Borromini, guidandoci nelle spirali della storia, portandoci per mano a comprendere la natura borrominiana, il suo essere architetto classico e rivoluzionario al tempo stesso.
Parlare di Borromini vuol dire descrivere la poetica architettonica per antonomasia; una poesia barocca fatta di dinamiche spiraliformi e morfologie organiche: è una sorta di musica dell’arte e dell’architettura e, anche per questo motivo, Remo Anzovino ha centrato perfettamente, con la sua colonna sonora, l’essenziale anima borrominiana conferendo ulteriore grandezza a questa opera filmica di Troilo, come nella storia è sempre avvenuto con grandi maestri come Rota, Morricone, Williams, Zimmer e tanti altri che sono riusciti a dare sostanza a scene e piani sequenza già meravigliosi in sé, regalando profondità attraverso le note, superando il tempo e lo spazio.
La sostanza “anticontemporanea” di Borromini (contro il contemporaneo di allora) viene così allo scoperto e diviene attitudine rivoluzionaria che anticipa il futuro, ancora attuale.
Anche per questo motivo l’Ordine Architetti di Roma e provincia, in collaborazione con il MAXXI, ha voluto pubblicare nel 2021 il libro “Attualità di Borromini. Una lezione di Paolo Portoghesi”: in questo volume di Portoghesi emerge la perenne sfida del Borromini contro la forza di gravità, per scolpire lo spazio dinamico dell’aria; esattamente come fa Anzovino con i suoi brani, quasi si trattasse di scolpire lo spazio dell’anima, in una dimensione spirituale.
Da “Borromini’s Theme” al brano “Sant’Ivo alla Sapienza”, fino a “Duel”, a “Hypno”, “Sculpt the Space”, “Beyond the Sky” e altri brani della colonna sonora del docufilm, Remo Anzovino ci proietta letteralmente dentro la poesia borrominiana e Borromini ci trapassa con tutta la sua forza, viaggiando nell’aria con le onde sonore della musica, con note commoventi e a tratti tragiche, come la vita del maestro del Barocco. È la stessa tensione di San Carlino alle Quattro Fontane, con la sua facciata ondulata, come se un fiume impetuoso, ritirandosi, avesse lasciato alla terra le sue tracce, con la fluidità del suo passaggio. Ed è anche la dinamica di Sant’Ivo, come sfida al cielo, con lo spazio che viene organicamente disegnato e la lanterna spiraliforme che si innalza, sfidando la gravità. È una perenne sfida poetica, quella di Francesco Borromini: è sfida contro Bernini, sfida con sé stesso, sfida con l’essenza stessa della fabbrica d’architettura per superare sempre il punto limite. È un fare architettura che anticipa e prefigura il moderno e con questa motivazione Portoghesi parlava sempre di “Attualità di Borromini”, confrontando continuamente frammenti delle architetture borrominiane con opere del ‘900 e del contemporaneo, (come d’altra parte faceva costantemente anche Bruno Zevi), da Frank Lloyd Wright a Mario Ridolfi, dal museo Guggenheim di Wright al Motel Agip di Ridolfi. E ancora: dalla spirale di Sant’Ivo a quella di Vladimir Tatlin per il monumento alla Terza Internazionale, fino alla spirale del progetto di Wright per un Planetario nel Maryland o quella del progetto per il monumento ad Haroun al-Rashid nel piano per l’ampliamento di Baghdad; per passare poi dalle geometrie interne di San Carlino confrontate con alcuni progetti di Zaha Hadid Architects, fino alle linee sinuose di alcuni progetti di Luigi Moretti come gli studi per la Chiesa del Concilio Sancta Maria Mater Ecclesiae o il complesso residenziale Watergate a Washington e molto altro (“Attualità di Borromini. Una lezione di Paolo Portoghesi”, Architetti Roma edizioni e MAXXI, Roma 2021; si segnalano in particolare le pagg. 92-93, 96-97,100-101, 118-119, 120-121, 158-159,160-161).
Un continuo confronto, elaborato da Paolo Portoghesi, per trovare le tracce di Borromini nella modernità, alla perenne ricerca di questa “sfida alla perfezione”.
In questa direzione, i due maestri Troilo (regia) e Anzovino (musica) ci proiettano nella dimensione attuale di questa poetica. Così il “tema” musicale dedicato a Borromini avvolge tutto, tra sinth progressive e sonorità che vanno da Gustav Mahler ad Hans Zimmer, con una rielaborazione del tutto originale che – come sempre – dalle prime note ci fa riconoscere la poetica di Anzovino; con altri brani della colonna sonora che si muovono dalla sintesi progressiva moderna al contrappunto e ci catapultano nella dimensione di un Borromini quasi “progressive”, come “progressive” sono gli interni e la facciata di San Carlino, la spirale di Sant’Ivo, la facciata di Propaganda Fide o quella dell’Oratorio dei Filippini e altre meravigliose opere che hanno trasformato l’architettura barocca in scultura artistica dello spazio.
Dunque, grazie a questo film, grazie alle sue musiche, grazie a Portoghesi e agli altri professori e intellettuali che hanno partecipato alle interviste guidandoci in questo universo, grazie alla sceneggiatura e agli attori che in modo magistrale hanno interpretato Borromini e Bernini facendoci intravvedere la loro anima, possiamo oggi comprendere meglio quei fantastici anni del Barocco romano e con altri occhi possiamo, da ora in poi, girare per Roma con le nostre cuffie, con la musica di Anzovino – il musicista degli Architetti – come sottofondo, alla ricerca dell’essenza poetica, artistica, musicale di Francesco Borromini.
Marco Maria Sambo
Segretario Ordine Architetti P.P.C di Roma e provincia / Direttore AR Magazine, AR Web, Pubblicazioni OAR
Visual Editing: Giuseppe Felici
Architetto, Redazione AR Web