«Adalberto Libera, il cui neoclassicismo, più che realismo magico o razionalismo lirico, si configura fin dalle prime prove come una nativa ispirazione, istintivamente addestrata a sottrarsi a intellettualistiche tortuosità, naturalmente, felicemente capace di aggirare la fatica creativa per pervenire senza sforzo apparente alla forma pura, all’assoluto.
A quell’assoluto che rende superflua a se stessa, la stessa architettura».
Franco Purini
Nelle fotografie:
Palazzo dei Congressi; Adalberto Libera; Roma, 1938-1954
A cura di Giuseppe Felici, Redazione AR Web