I 5 punti che propongo affrontano il processo di “formazione – progettazione – realizzazione”, così come è consolidato nel nostro settore.
Ritengo che un rilancio della qualità architettonica ed urbanistica nel nostro paese possa derivare solo da un’azione contemporanea e strutturale in tutti questi ambiti.
INTRO – Aree enormi del paese sono devastate irrimediabilmente: prendiamone atto definitivamente, perché a quel punto risulterebbe più chiaro che solo con la ricerca e sperimentazione, anche radicale, negli ambiti della progettazione architettonica, urbanistica e territoriale, potremmo sperare di restituire qualità e dignità a quelle aree.
In quest’ottica, reputo ottimo il recente potenziamento dei concorsi di progettazione in 2 fasi con garanzia di anonimato. Non includerò dunque, questa voce tra i miei 5 punti, unicamente perché spero che questo processo possa solo continuare a crescere.
1- UNIVERSITÀ – FORMAZIONE E INSEGNAMENTO
La Composizione in ambito architettonico, così come in ambito musicale, non è materia per tutti: le facoltà dovrebbero prenderne atto e attivare provvedimenti in tal senso. In questo momento, ad ogni laureato in architettura è conferito il diritto di “comporre” edifici e città.
Di fatto nelle scuole di Architettura il superamento dell’esame di progettazione è praticamente garantito, e considerando il numero folle di laureati immessi negli ultimi decenni sul mercato da un numero abnorme di facoltà sul territorio nazionale, attualmente siamo letteralmente sommersi da convinti “compositori”.
Ritengo anche necessaria una totale riorganizzazione del sistema di assegnazione delle cattedre, sul modello anglosassone: istituzione e ampio potenziamento di forme contrattuali a scadenza e soggette a criteri di valutazione annuali anche da parte degli studenti, mettendo in atto tutto ciò che possa favorire un ampio turn-over costante per tali posizioni.
Praticantato retribuito e chiaramente limitato nel tempo: non si può entrare nel processo della produzione edilizia senza aver fatto un periodo approfondito di praticantato ma non è tollerabile che non venga retribuito in una qualche misura, rispetto all’impegno, spesso disumano, che tale attività comporta.
2- PROFESSIONE
È indispensabile una riduzione drastica del numero di figure professionali sovrapposte nell’ambito della progettazione. Lo sviluppo formativo e professionale del paese è rimasto fermo a dinamiche superate. Per poter costruire sul territorio italiano deve essere necessaria una formazione specifica e di livello universitario: non fosse altro che per un rispetto nei confronti di ciò che ha lasciato la storia in questo paese.
Personalmente avverto poi due scollamenti importanti tra quanto viene preteso dal professionista e ciò che il mercato offre nella realtà:
– Il primo riguarda il rapporto tra le impellenze economiche, burocratiche, legali, amministrative, sanzionatorie, fiscali, ecc., ed una condizione stagnante del settore, ampiamente sotto gli occhi di tutti da almeno 10 anni.
– Il secondo riguarda l’obbligo alla formazione continua: pur essendo completamente convinto della sua importanza, credo vada riproporzionato rispetto alle opportunità concrete sul mercato.
Di fatto, il tempo e l’energia necessari a star dietro a questa serie di obblighi non trova riscontro nella realtà della professione che – tendiamo a dimenticarlo – dovrebbe focalizzarsi sul progettare e seguire i lavori di costruzione, mentre ciò che affrontiamo quotidianamente è un disallineamento, spesso drammatico, tra ciò che vorremmo che fosse rispetto a ciò che invece è.
3- CONCORSI E AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
Rispetto all’importanza del concorso di progettazione, sulla base della mia esperienza ritengo vada strutturalmente “blindato” il successivo sviluppo del progetto vincitore, fino alla realizzazione completa.
Introduzione di sanzioni economiche a favore del progettista, in caso di ritardi nell’iter amministrativo o di mancata corrispondenza della realizzazione al progetto consegnato, non addebitabili al professionista.
Devono venire scardinati due aspetti: il metodo malato di avanzamento dei lavori pubblici in funzione del dibattito politico e qualunque possibilità di interferire con il progetto stesso da parte dell’amministrazione o della politica.
Istituzione di un albo “nero” delle imprese inadempienti fino alla cancellazione delle stesse dalla possibilità di partecipare a gare di appalto, al fine di ridimensionare strutturalmente il principio del massimo ribasso.
4- TERRITORIO ED INSEDIAMENTI URBANI
Ai due aspetti attualmente in azione (efficientamento energetico e consolidamento statico), va aggiunto il tema del dissesto idrogeologico.
Una progressiva azione in questi tre ambiti è indispensabile nel rilancio dell’architettura nel paese.
Prendendo ad esempio la Capitale: nell’ultimo secolo Roma ha esteso il proprio territorio di circa 100 volte. Ciò che manca completamente, è un processo di osmosi culturale, architettonica e urbana, tra ciò che ha lasciato la storia e quello che abbiamo realizzato nelle ultime generazioni, così da smettere di trattare i nostri beni culturali alla stregua di vacche da mungere ad oltranza; e mettere invece in atto programmi di riqualificazione attraverso interventi organici di edilizia residenziale, sociale, e di alloggi di prima necessità (prendiamo atto una volta per tutte dei flussi migratori).
Architettura e Arte devono riprendere posizione nello sviluppo dei contesti urbani, in quella che è la vocazione storica del nostro paese, permettendo ai centri storici di tornare a respirare.
5- SOCIETÁ CIVILE e MEDIA
I media sono strumenti potenti nella diffusione e formazione di una consapevolezza della qualità architettonica ed urbanistica nella società civile, ma hanno bisogno di professionisti del settore, in grado di veicolare temi, priorità, obiettivi ed interazioni, in ambiti esterni a quello troppo spesso autoreferenziale e limitato del nostro settore.
Un rilancio dell’architettura in Italia, deve passare anche attraverso una formazione di una nuova sensibilità collettiva rispetto a questi temi.
Questo richiede strategie di marketing che esulano dalla nostra formazione ma con le quali dobbiamo confrontarci professionalmente.
Fabio Barilari
Architetto