Sandro Benedetti nasce a Marino nei Castelli Romani, in una delle propaggini collinari che aprono verso la campagna romana il grande cratere del Vulcano Laziale.
Laureato nella Facoltà di Architettura di Roma, vive l’alunnato universitario a contatto con presenze di prestigio della Scuola Romana: con l’intensa e severa organicità architettonica di Saverio Muratori e la declinazione della particolare concezione di “storia operante”, oltre che con la stimolante metodologia storico-critica di Guglielmo De Angelis d’Ossat. Attivando in quei primi anni di maturazione un fitto circuito di esperienze culturali e umane: con Paolo Portoghesi, Gianfranco Caniggia, Gaetano Miarelli Mariani: insieme alla coltivazione della musica e di riflessioni teoretiche all’insegna dell’Estetica personalistica di Luigi Pareyson.
I primi anni ‘60 di iniziale attività lo vedono in contatto con alcuni artisti romani, ruotanti nell’ambito della docenza artistica: da quelli del Gruppo Uno – Uncini, Carrino, Bigi – a Calò, a Mino Delle Site ed altri; così come successivamente in un rapporto di amicizia feconda con Guido Strazza, Claudio Traversi, Paolo Borghi.
Un tessuto di rapporti che porta ad una maturazione aperta a più dimensioni e spessori del fare architettonico: dalla lezione muratoriana sul carattere architettonico della “lunga durata”, alla decisiva innovazione linguistica di alcuni aspetti della modernità nel segno del neoplasticismo di Rietveld, alla attivazione creatrice della grande lezione della tradizione architettonica.
Entro questa trama di esperienze si sviluppano le ricerche della sua prima fase progettuale, quella tesa allo svolgimento di tessuti compositivi dello spazio per piani e volumi in connessioni varie: nella casa Petrucci ad Ariccia (Roma), nella Chiesa del Cuore Immacolato di Maria e nel complesso Vecchioni ad Albano (Roma); tessuti che si evolvono nelle articolazioni ed aggregazioni geometrico-spaziali delle scuole di Albano-Pavona (Roma), Ciampino-Morena (Roma), nel sistema residenziale della “Conca d’Oro” ad Ariccia (Roma), oltre che, in una scala maggiore, nei progetti per quartieri di edilizia economica e popolare di Roma-Rebibbia e Marino (Roma).
Verrà poi, in connessione con l’incontro della preziosa testimonianza di Luigi Giussani rinnovante il cuore del Cristianesimo, il consolidarsi dell’attivazione del valore dello spessore ontologico e simbolico dell’architettura.
Col recupero dell’ontologia del tema architettonico, finalizzato ad una espressività “appropriata” alla verità della singola realtà architettonica da creare; che farà maturare, dalla fine degli anni ’70, le ricerche consolidate nella Chiesa di S. Rita da Cascia a Marino-Cava dei Selci (Roma), in quella dei Ss. Gioacchino ed Anna a Roma (segnalata al Premio Regionale del Lazio, InArch 1990) e nelle altre successive. I cui esiti sono stati sviluppati ed ampliati, in coniugazioni ulteriori, attraverso la ripresa di più archetipi conformativi e costruttivi della tradizione architettonica – la torre, il campanile, la cupola, la montagna sacra, l’ordine architettonico pilastrato, ecc. – nelle opere dei decenni seguenti.
In parallelo al lavoro progettuale Benedetti svolge poi quello di docente universitario. Dapprima Assistente Volontario nel corso di Caratteri Stilistici e Costruttivi dei Monumenti (1960) e in quello di Restauro dei Monumenti (1965-71) presso la Facoltà di Architettura di Roma, è nominato Assistente di Ruolo di quest’ultima disciplina nel 1969. Professore incaricato di Storia dell’Architettura I presso la Facoltà di Architettura di Pescara-Chieti (1971), nel 1973 è Titolare del Corso Istituzioni di Storiografia architettonica (Metodologie analitiche e critiche) nella “Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti” della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma, dove nel 1976 diventa
Professore Ordinario nella I Cattedra di Storia dell’Architettura Moderna.
Un’attività che, oltre che a fargli conseguire il Premio Nazionale InArch 1989 per la Critica Storica con il volume Fuori dal Classicismo, lo porta a maturare molti contributi in volumi, saggi e relazioni a convegni, dedicati all’architettura nell’arco temporale tra XVI e XVIII secolo, oltre che sul Contemporaneo, con i quali sviluppa l’interesse su campi storiografici o su aspetti formativi e personaggi poco frequentati. Dallo sperimentalismo ultimo-barocco di Giuseppe Sardi, al particolare timbro del michelangiolismo di Giacomo Del Duca, all’architettura della Riforma Cattolica, a quella del Sintetismo e del tempo Post Tridentino, alla speciale creatività architettonica di Pietro da Cortona, all’architettura del primo Settecento in Arcadia, alle Chiese contemporanee ed al tema del Sacro nel Novecento.
Tra le molteplici attività culturali, che accompagnano la sua operosità architettonica, va segnalato l’impegno nel tempo in riviste: nominato nel Comitato di Redazione della rivista “Italia Nostra” (1965), dirige dal 1972 al 1987 i “Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Architettura”; nel 1974 fonda e dirige, con G. Mezzanotte e G. Cantone, la rivista “Storia-Architettura” della Facoltà di Architettura di Chieti-Pescara e el 1992 è nominato Direttore Responsabile della Rivista “Palladio”.
Dedica altresì la sua attività ad Istituzioni artistiche e culturali: nel 1980 è nominato da Sua Santità Giovanni Paolo II nella Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra; nel 1983 è Presidente Nazionale dell’Unione Cattolica Artisti Italiani, Accademico “Virtuoso di Merito” nella Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon e Consultore della Commissione di Arte Sacra della Diocesi di Roma. Dal 1988 è Socio Ordinario dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. Nel 1995 è membro della Consulta Nazionale dell’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana e Consultore della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici della Santa Sede.
L’anno successivo è nominato Accademico dell’Accademia di San Carlo della Diocesi di Milano e nel 1998 membro della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa.
Nominato, nel 1997, da Sua Santità Giovanni Paolo II, Architetto della Fabbrica di S. Pietro, guida il suo restauro nel tempo del fine secolo (premio per il Restauro della facciata della Basilica Vaticana nel Congresso CICOP Firenze 2000).
E’ nominato Consulente per il Restauro del corpo maderniano e michelangiolesco della basilica di S. Pietro in Vaticano (2007) e per il Restauro del complesso architettonico-scultoreo della piazza di San Pietro (2008).
E’ nominato, dal Comitato Nazionale Archeologico della Tuscia, nella “Commissione per la tutela e la valorizzazione delle zone archeologiche della Tuscia” (1969) e nel 2006 Presidente del Consiglio Superiore del Ministero dei Beni Culturali, Ambientali e Paesaggistici.
E’ membro della Giuria del Concorso Nazionale per Nuove Chiese della Diocesi di Roma (1967), della Giuria Internazionale della Biennale di Venezia – Sezione Architettura “Progetto Venezia” (1984) e della Giuria del Premio Fiuggi “Una vita per l’architettura” (1988).
Nominato nel Comitato Nazionale per le Celebrazioni bramantesche, per il Congresso Internazionale e la
Mostra sull’opera del Bramante (1970), nel Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Pontificato di Sisto V -con decreto della Presidenza della Repubblica- (1985), nel Comitato Ordinatore della Sezione Architettura “Architettura e spazio sacro nella modernità” (1992), vice presidente nel Comitato Internazionale per le manifestazioni del Barocco a Roma: Pietro da Cortona, Bernini, Borromini (1997-2000).
Cura inoltre e partecipa a mostre di architettura: L’Aquila 1962, L’Aquila 1963, Monza 1983, Pescara 1990,
Biennale di Venezia (sullo spazio sacro) 1992-93, Roma – Braccio di Carlo Magno in Vaticano 1996, San
Gabriele (Teramo) 1996, Palazzo Valentini Roma 2000, Meeting di Rimini 2001.
Sue architetture sono pubblicate in importanti riviste specialistiche quali: “L’Architettura. Cronache e Storia”, “Controspazio”, “Industria delle Costruzioni”, “Costruire”, “L’Industria italiana del Cemento”, “Eupalino”, “Das Münster”, “Chiesa Oggi”, “Ecclesia”, “L’Arca”, “Area”, “Abitare la Terra”, “L’Architetto italiano”, “A.R.”, oltre che in testi di architettura contemporanea (Catalogo Bolaffi dell’Architettura italiana 1963-66, Torino 1966; G. Muratore, Italia: gli ultimi 30 anni, Bologna 1988; Architectonicum.
Immagini dell’architettura italiana 1970-1990, Roma 1992; Progettare Roma. La Facoltà di Architettura e la città del 2000, Roma 1998; Fra terra e cielo.
Architettura e spazio sacro in Italia 1975-2000, Reggio Emilia 2001; L. Gazzola, 100 Italian Architects and their works, Pechino 2001; F. Purini e L. Sacchi, Dal Futurismo al Futuro possibile nell’Architettura contemporanea italiana, Milano 2003; Italia costruisce/Italy builds, Bruxelles 2005; T. Verdon, L’arte cristiana in Italia – III vol., Moderno e Contemporaneo, Milano 2008).
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