Sara Rossi nasce a Reggio Emilia nel 1930. L’attività del padre, funzionario pubblico, porta la famiglia a risiedere in diverse città italiane. A Venezia, nel 1948, si iscrive all’Istituto Universitario di Architettura diretto da Giuseppe Samonà, dopo aver letto Saper vedere l’architettura di Bruno Zevi, che conosce poco dopo come docente; inizia così un rapporto di amicizia e collaborazione che durerà tutta la vita. Nel corso del 1951 la famiglia si stabilisce definitivamente a Roma e il completamento degli studi avviene presso la Facoltà di Architettura di Valle Giulia.
Laureatasi nel 1956, inizia a lavorare nello studio dell’ing. Ugo Luccichenti, mentre avvia la propria attività professionale: partecipa al concorso per il Palazzo di Giustizia di Terni (terzo premio) e a quello per la Biblioteca Nazionale di Roma (segnalazione) con Eduardo Vittoria e Fabrizio Cocchia (1959); a quello per il Monumento alla Brigata Sassari e a quello per il Monumento allo sbarco dei Mille a Marsala con Cesare Tropea (1959-60). Il progetto per il Monumento alla Brigata Sassari risulta primo e ne scrivono in maniera lusinghiera Giulio Carlo Argan e Bruno Zevi, mentre l’altro è classificato secondo.
Alla fine del 1959 è tra i soci fondatori dell’InArch e più tardi entra nel Consiglio direttivo e poi nella Giunta esecutiva.
Gli anni Sessanta sono segnati dalle prime esperienze di lavoro con Bruno Zevi, tra cui quella relativa al Municipio di Alghero (Sassari) del 1962, non realizzato, e dalla partecipazione al centro studi della Gescal (1963-65); in quest’ambito partecipa al concorso bandito dall’ISES nel 1965 per un nuovo quartiere a Napoli–Secondigliano, che ottiene il primo premio. Segue il progetto generale ed esecutivo (con A. Antonelli e M. Greco) del Padiglione Italiano all’Expò di Montreal (1966-67), che riscuote grande successo. Consulenti generali sono G.C. Argan, B. Zevi e lo Studio Passarelli; gli interni sono affidati a C. Scarpa, L. Ricci, B. Munari e al pittore E. Vedova; sul padiglione domina poi una sfera di A. Pomodoro. Di questi anni sono anche i primi impegni in campo urbanistico, tra cui il Piano di sviluppo turistico del Gargano e delle Isole Tremiti (Foggia) per conto della Cassa per il Mezzogiorno, coordinato dall’economista F. Pitigliani. Da questo lavoro nasceranno altri incarichi per PRG di piccoli e medi comuni garganici e salentini. Va ricordato anche il complesso di edilizia economica dal singolare impianto tipologico eseguito a Torino insieme a Pietro Barucci per conto dell’INCIS.
Nello stesso periodo inizia a collaborare con la rivista “L’Architettura. Cronache e Storia” diretta da Bruno Zevi: dal 1961 al 1969 con la rubrica “Un libro al mese”, dal 1969 in poi con quella “Cronache urbanistiche”.
Nel 1972 ottiene la libera docenza in Urbanistica presso l’Università di Roma, iniziando una collaborazione con la cattedra di Urbanistica di Gabriele Scimemi. Nell’a.a. 1977-78 viene incaricata del corso di Fondamenti di Ecologia presso l’Istituto Universitario di Architettura di Reggio Calabria. Gli anni Settanta sono segnati da due esperienze fondamentali: l’incarico, come progettista coordinatore, del nuovo quartiere Gescal di Tuscania (Viterbo), con L. Anversa, S. Bonamico e S. Lenci (1972- 73), e la progettazione della nuova stazione ferroviaria di Cosenza, insieme allo Studio Nervi, Cesare Tropea, e come giovane collaboratore Richard V. Moore (1972- 75). Contemporaneamente pubblica una collana di volumi sulle regioni del Mezzogiorno, patrocinata dall’Istituto per l’Assistenza allo sviluppo del Mezzogiorno (Officina), cui collaborano Luciana Finelli, Gisella e Sergio Rossi, Franco Tassi, Amalia Signorelli; nonché Nuove tipologie per l’edilizia residenziale (Officina), che illustra il lavoro svolto nell’ambito del concorso InArch/Associazione Nazionale Istituti Autonomi per le Case Popolari. Nel 1979 pubblica insieme a Luciana Finelli Pienza tra ideologia e realtà (Dedalo), preceduto dal saggio S. Pietro come team work, uscito su “L’Architettura. Cronache e Storia” nel 1977.
Alla fine degli anni Settanta e per buona parte degli anni Ottanta è incaricata, insieme a Zevi, dell’esecuzione dei PP di Benevento; vi collaborano Cesare Tropea, Richard V. Moore, Gisella e Sergio Rossi, Luca Zevi, Francesco e Ugo Miglietta. Inoltre, quello per il centro storico è pubblicato in Piano del centro storico di Benevento (Gangemi).
Nel 1980 diventa professore ordinario di Urbanistica e nel 1982 è chiamata presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, dove insegna già da alcuni anni. Per circa otto anni è anche direttore dell’Istituto di Urbanistica.
Tra il 1977 e il 1983 elabora degli studi sul Sistema Direzionale Orientale di Roma, in gran parte pubblicati, ma senza esiti pratici. Gli anni Ottanta sono segnati anche da altri impegni coinvolgenti, come l’appalto concorso per il nuovo complesso della Banca d’Italia di Frascati (Roma); un’indagine sul territorio della Calabria meridionale per incarico della Società Stretto di Messina, in vista della realizzazione del Ponte sullo Stretto; il coordinamento del PTC del comprensorio n. 13 della regione Lazio (Sabaudia, Circeo, Sperlonga), affidato al gruppo L. Passarelli, A. Montenero, P.M. Lugli, G. Ruspoli e B. Zevi (capogruppo); il progetto architettonico del Dipartimento d’Informatica e Sistemistica e Centro di Calcolo dell’Università di Roma “La Sapienza”, insieme a Manfredi Nicoletti.
Nel 1986 è nominata Ufficiale al merito della Repubblica.
Nel 1988 è invitata a partecipare alla Consultazione internazionale indetta dalla regione Valle d’Aosta per la ristrutturazione di un’area industriale in località Pont-St-Martin (Aosta). La proposta riscuote molti consensi e porta a un incarico di coordinamento dei successivi interventi e ad un convegno sul rinnovo delle aree industriali dismesse che si svolge a St-Vincent (Aosta) nel 1991.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, fino all’inizio degli anni Novanta, coordina il nuovo PRG di Cosenza. Del gruppo fanno parte G. Carta, A Detragiache, A. Sibilla; Bruno Zevi è il consulente generale; collaborano C. Tropea, G. Rossi, S. Rossi, L. Zevi.
L’esperienza più singolare di questo periodo è la consulenza al Comune di Firenze insieme a Bruno e Luca Zevi per la realizzazione del nuovo Centro direzionale FIAT di Novoli (Firenze). L’idea è che in questa area industriale in dismissione debba sorgere un insieme di opere di architetti contemporanei: vengono coinvolti Richard Rogers, Leonardo Ricci, Gabetti e Isola, Lorence Halphrin, Ralph Erskine e altri. Tuttavia al momento dell’approvazione regionale si bloccherà ogni cosa, lasciando molta amarezza tra i partecipanti.
Nel periodo 1988-92 predispone la progettazione del nuovo Insediamento universitario di Catanzaro, con B. Rossi Doria e G. Albanese. Nello stesso periodo fornisce anche studi e proposte anche per il nuovo Insediamento universitario di Benevento.
All’inizio degli anni Novanta coordina la sistemazione di alcuni nuclei archeologici urbani a Reggio Calabria, tra cui quelli delle mura greche e quelli delle terme romane, con il sostegno della Soprintendenza. Poco tempo dopo avvia anche alcuni studi per la valorizzazione delle aree archeologiche alla foce del torrente S. Pasquale, a Bova Marina (Reggio Calabria). Vi partecipano A. Casile, G. Rossi, S. Rossi, L. Zevi, nonché le archeologhe L. Costamagna e E. Andronico.
Ogni attività s’interrompe bruscamente tra la fine del 1994 e il 1995 per problemi di salute. In seguito riprende gradualmente i suoi impegni universitari e, nel 1996, partecipa alla redazione del Nuovo manuale dell’architetto coordinato da B. e L. Zevi (Mancosu), predisponendo con Sergio Rossi la parte Urbanistica.
Nel 1997 avvia la consulenza al Comune di Cosenza per il Piano quadro del Centro storico, realizzando importanti opere, come il viale Parco e il percorso pedonale meccanizzato di connessione con il centro storico.
Nel 1998 pubblica con Gisella Rossi Un trentennio di cronache urbanistiche, 1969-1998 (Rubettino), che raccoglie gli scritti apparsi dal 1969 in poi su “L’Architettura. Cronache e Storia”. Il libro contiene anche alcune riproduzioni delle sue opere pittoriche, che da sempre hanno accompagnato la vita di Sara Rossi.
La morte nel 2000 di Bruno Zevi, riferimento di un’intera vita, lascia un vuoto incolmabile, mentre pochi mesi prima era scomparso anche l’architetto Tropea, collaboratore in molti progetti.
Nel primi mesi del 2001 organizza, presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, la mostra-convegno “Bruno Zevi, l’architettura come spazio dall’antichità al XX secolo”, poi presentata anche a Roma (Facoltà di Valle Giulia) e a Cosenza (Museo di Palazzo Sersale).
Dal 2002 al 2005 è direttore del Dipartimento di Architettura e Analisi della Città Mediterranea. Nel 2003 riceve il Premio Anassilaos per la ricerca, mentre nel 2004-2005 dà vita al Forum internazionale “Calabria regione mediterranea”, accompagnato da un volume e da una mostra.
Nel 2006 è nominata Professore emerito.
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