Alberto Polizzi nasce a Roma, nel rione Esquilino, in via Principe Amedeo, il 9 luglio 1930. Della casa natale non ricorda balconi, ma solo finestre. Nel 1935 la famiglia si trasferisce nella zona di piazza Bologna, dominata dall’edificio delle Poste di Ridolfi. La campagna suburbana dava campo libero alle fantasie, condivise in assoluta libertà con altri ragazzi bradi; ignote le classi sociali, era un istruttivo miscuglio umano, cui deve parte della sua formazione giovanile e la conoscenza degli idiomi gergali dell’epoca.
Nel 1948 festeggia la maturità con gli amici del Liceo Classico; ama quegli studi e ne esce con una sorta di equilibrio interiore e di senso della misura, che lo aiuteranno a reprimere alcune pulsioni egocentriche, cui ogni tanto vanno soggetti i creativi.
Nell’autunno del 1948 si iscrive alla romana Facoltà di Architettura, assolutamente digiuno, ma vorace di apprendimenti.
Gli impatti iniziali sono con Del Debbio, Minnucci e Fasolo, con il quale si impone il taccuino di viaggio in città, imparando a disegnare dal vero “in levando” lo stesso soggetto, secondo criteri selettivi di indagine.
Nel 1952 partecipa ad un viaggio culturale in Svizzera, con Ludovico Quaroni e Saul Greco; a Zurigo, Berna e Basilea si procura i pieghevoli illustrativi degli ospedali locali, corredati da elaborati grafici. Lo affascina la complessità di questi edifici e ne fa oggetto di uno studio dettagliato, nel 1953, per Pasquale Carbonara, nel corso di Caratteri Distributivi degli Edifici. Una conoscenza certamente non esaustiva ma che, ripresa e continuata negli anni successivi, gli sarà molto utile nella vita professionale.
E’ il 1953. Concludendo la lezione e nel congedarsi alle soglie dell’estate, Quaroni offre un’opportunità di lavoro, sacrificando le ferie: Polizzi è l’unico ad accettare. Si sta costruendo la chiesa di S. Maria Maggiore a Francavilla a Mare (Chieti) ed occorrono ulteriori disegni esecutivi per la copertura a volte e per le sistemazioni esterne: è il primo utile e sofferto impatto dell’architetto con un cantiere e con l’organico dell’impresa. Da allora e fino al 1959, con la sola interruzione del servizio militare, questa esperienza indimenticabile, attraverso vari lavori, culmina con il suo inserimento nel gruppo di progettazione del Villaggio delle Barene di San Giuliano a Venezia-Mestre. Rimane riconoscente a Quaroni per l’alto livello culturale di quegli anni e per la frequentazione dei personaggi rilevanti di quella epoca, che concorrono alla sua formazione umana e professionale.
Rivede Quaroni nella sua casa di Monteverde nel 1972, quando insieme a Marcello Camáiti e Piero Valenti, gli porta alcuni schizzi preliminari per il palazzo dei Congressi di Fiuggi: sono forme aguzze, schegge oblique piantate intorno ad uno spazio centrale. Quaroni è a letto, sta poco bene, ma ha gli occhi accesi di interesse; dice che ha sempre sognato volumi elementari rivestiti completamente in lastre di pietra. Gabriella Esposito gli sta accanto, componente essenziale dello studio di via Frattina. Adesso anche lei non c’è più, sarebbe stata un amabile anello di congiunzione con i preziosi ricordi dell’architetto.
Nel 1957 si laurea e si iscrive all’Ordine Professionale.
E’ già in divisa e deve tornare a Lecce, dove ha iniziato l’anno e mezzo di servizio militare; è scaduta, infatti, la licenza breve che gli ha consentito di chiudere l’iter universitario. Come architetto è assegnato al Genio Pionieri: una ulteriore esperienza, non di guerriero ma di lavoratore.
Ritornato a Roma dal servizio militare nell’autunno del 1958, inizia l’attività condividendo lo studio con altri colleghi; dal 1960 al 1965 collabora con studi già avviati, progetta su incarichi, arrivando ad alcune realizzazioni.
L’attività riguarda principalmente opere realizzate-quattro asili in Calabria (nelle province di Cosenza e Catanzaro) e l’ospedale di Giulianova (Teramo)- e progetti per edilizia residenziale e recettiva (villini e ville unifamiliari nel Lazio e in Toscana). Da ultimo partecipa ad alcuni concorsi: il quartiere CEP alle Barene di S.Giuliano (Venezia-Mestre), il Piano di sviluppo e tutela paesistica del Comprensorio di Vallombrosa (Firenze), l’autostazione e l’adiacente ristrutturazione edilizia ad Ancona.
In questo primo periodo di attività ricadono, a partire dal 1961 e fino al 1965, alcune progettazioni in collaborazione con Marcello Camáiti ed altri nei settori della ricettività turistica, dell’istruzione e dell’urbanistica: il Piano di sviluppo residenziale turistico del litorale del Po di Volano (Ferrara), l’albergo ristorante e le stazioni della seggiovia di Lagdei in Alta Val Parma (Parma), l’albergo ristorante a Terracina (Latina), l’Istituto professionale per elettrotecnici a Pontremoli (Massa Carrara), il Piano di sviluppo turistico e tutela paesistica del comprensorio del Monte Falterona (dieci comuni nelle province di Arezzo, Firenze e Forlì).
Dal 1963 al 1965 fa parte del gruppo di assistenti alla cattedra di Disegno dal vero del prof. Chiaraviglio, con cui – neandertaliani inconsapevoli del futuro avvento del computer – propongono analisi tematiche dal vero, memori anche della lezione di Fasolo, avviando i giovani a quello che avrebbe dovuto essere per loro pane quotidiano.
Il secondo periodo di attività inizia nel 1966 quando Polizzi e Marcello Camàiti avviano una collaborazione continuativa con sede nel medesimo studio, operando nei settori dell’urbanistica e delle strutture sanitarie. Dei progetti urbanistici si ricordano: i Piani territoriali di tutela e sviluppo turistico della Sardegna sud-orientale (Cagliari e nove comuni della provincia), dei Comprensori del Monte Terminio (cinquantuno comuni nelle province di Avellino e Salerno) e dell’Isola d’Elba – Arcipelago Toscano (dieci comuni nelle province di Grosseto e Livorno). Delle strutture sanitarie alcune sono progettate: concorsi per gli Ospedali Psichiatrico di Benevento e S. Carlo di Potenza e Clinica geriatrica di Vasto (Chieti); altre realizzate: Ospedali di Vasto (Chieti), SS. Annunziata a Chieti, del Cilento Settentrionale a Roccadaspide
(Salerno) e S. Andrea a Roma. Ricorda per quest’ultimo la pluriennale e fraterna convivenza con l’arch. Bruno Majoli.
Infine i progetti per il Villaggio turistico alberghiero a Termini Imerese (Palermo) e per il Palazzo dei Congressi di Fiuggi (Frosinone) e le opere realizzate, quali il Palazzo per uffici dell’Amministrazione Forestale dello Stato a Belluno, vari edifici residenziali a Napoli e provincia, il residence con servizi sportivi a Baia Domizia (Caserta) e gli interventi di restauro e ristrutturazione del Palazzo di Carlo III a Gaeta (Latina).
Con Marcello Camàiti si integrano positivamente avendo vocazioni differenziate; l’architetto Polizzi soprattutto per l’edilizia ospedaliera, andando istintivamente a coprire anche quell’arida terra di nessuno che a volte si frappone con i colleghi competenti in altri settori tecnici.
“Mi auguro che le nostre creature portino dignitosamente le rughe del tempo come in fondo, non celandole, tentiamo di portarle noi”.
Piazza Manfredo Fanti 47 – 00185 Roma
Telefono: 06 97604560
Email: protocollo@architettiroma.it
PEC: ordine@pec.architettiroma.it
C.F: 80053110583
Lunedì | 09:00 - 13:00 14:30 - 16:30 |
Mercoledì | 09:00 - 13:00 14:30 - 16:30 |
Venerdì | 09:00 - 13:00 |