Mauro De Luca nasce a Udine nel 1937 e risiede a Roma dal 1945. Nel 1956, al termine degli studi classici, si iscrive alla Facoltà di Architettura della “Sapienza” Università di Roma dove si laurea nel 1964. L’anno successivo consegue l’abilitazione all’esercizio della professione e si iscrive all’Albo dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia con la matricola n. 1788.
Durante il percorso universitario, collabora con diversi Studi di architettura e, nei primi anni ’60 dei cosiddetti collettivi, “… luoghi generalmente a forte impronta politica, con posizioni radicali e nessuna opportunità operativa ma, di contro, luoghi di discussioni, confronto e grandi entusiasmi …”, ne apre uno proprio assieme a colleghi studenti.
Ottiene il suo primo incarico professionale nel 1966 per la progettazione di un edificio per abitazioni a Civitavecchia (Roma) “… come si suol dire per il primo amore, il primo progetto non si scorda mai …”. Carico di troppe aspettative e conseguenti inevitabili compromessi, l’edificio riesce comunque a rompere la consueta tipologia del villino: gli undici alloggi sono suddivisi in tre blocchi autonomi serviti da uno spazio centrale aperto, a sua volta formalmente e strutturalmente autonomo. La scala centrale elicoidale è costituita da gradini in cls. studiati per consentire il montaggio senza ricorrere a ponteggi ausiliari. Il sistema sarà ulteriormente sviluppato in diverse altre occasioni.
Tra il 1966 e il 1968 lavora a Milano come consulente e progettista per la Oppenheimer Italiana di Nova Milanese (Monza Brianza), una delle prime aziende in Italia impegnate nella sperimentazione e produzione dei poliuretani rigidi e flessibili iniettati a freddo. Per conto della medesima azienda compie viaggi di studio e aggiornamento a Manchester (Tangent foam e Viking) e a Leverkusen (Farbenfabriken Bayer AG). Per la consociata Eurogomma Italiana sperimenta modelli e prototipi in poliesteri rinforzati, policarbonati e resine termoplastiche. È di questo periodo, lo studio di un prototipo di scrivania a sezione variabile in cirmolo realizzata in occasione della Fiera del Mobile di Milano.
Nel 1969 ha inizio l’impegno universitario in vari ruoli e diverse sedi.
Borsista triennale (1969-70 e 1970-71) a Pescara presso la neonata Libera Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti collabora con il professor Aldo Cuzzer nei Corsi di Urbanistica I e II. Prosegue l’attività didattica prima a Roma in qualità di “laureato addetto alle esercitazioni”, poi contrattista (dal 1974), ricercatore (dal 1981), professore associato (dal 1992) presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria ed infine professore ordinario (dal 2002) presso la Facoltà di Architettura di Camerino con sede ad Ascoli Piceno.
Dal 1979 collabora con il professor Eduardo Vittoria che seguirà nell’esperienza nella nuova sede di Ascoli Piceno della Facoltà di Architettura a lui oggi titolata. Nel 1982 opta per il costituito Dipartimento di Disegno Industriale e Produzione Edilizia (23 novembre 1981), dopo aver operato in settori molto diversi quali Urbanistica, Disegno e Rilievo, Tecnologia dei Materiali e Tecnologia del Restauro.
“L’aver condotto esperienze a scale molto diverse, l’aver collaborato con molti docenti (i professori A. Cuzzer, M. Petrignani, G. Boaga, E. Marrone, E. Vittoria) e in sedi diverse (Pescara, Roma, Cosenza, Ascoli Piceno) è solo in parte dovuto a fattori contingenti; in larga misura corrisponde ad un’autonoma scelta nata dalla convinzione che comunque esiste una centralità del ‘Progetto’ che prescinde da artificiose divisioni disciplinari e gerarchiche di scala”.
Le ricerche sono quasi integralmente sviluppate in sede universitaria, generalmente in collaborazione e con finanziamenti diversi. Interessando un quarantennio di attività, sono inevitabilmente numerose e concluse con esiti più o meno soddisfacenti rispetto alle aspettative. Opportuno, nella specifica circostanza, limitarsi a citare quelle ove ha ricoperto il ruolo di coordinatore o che hanno dato risultati ritenuti significativi.
In sintesi: “Archivio – laboratorio dei meccanismi funzionali all’habitat” (1981); “Orti botanici minimali per l’attrezzatura degli spazi liberi urbani” (Ministero Pubblica Istruzione, 1982-84); “Utilizzazione agricola dei manufatti industriali in disuso”(Ministero Pubblica Istruzione, 1985-87); “Unità abitative minime temporanee in legno” (Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifico-Tecnologica, 1991); “La ricerca tecnologica nella trasformazione dell’ambiente costruito e nella formazione degli operatori” (Ateneo, 1994); “Innovazione progettuale e architettura dell’oggetto” (Ateneo, 1998); “Dalle forme della natura alle forme dei manufatti ambientali”, progetto nazionale di ricerca (1994); “Programma comunitario MED CAMBPUS”, UNIMED 139 (1993-95); “Innovazione progettuale e architettura dell’oggetto” (Ateneo, 1998); “Alloggi per disabili”, ricerca conto terzi per l’Ospedale civile di Ascoli Piceno (2007), condotta in collaborazione.
Ad integrazione dei progetti a scala urbana o edilizia, dal 1965 ad oggi, con diversi collaboratori, effettua numerosi interventi di ristrutturazione, arredi di interni e design di componenti a Roma, Milano, Tuscania (Viterbo), Tivoli (Roma), Ostia (Roma), Bolsena (Viterbo), Maratea (Potenza), Nizza, e altrove. Trattasi generalmente di operazioni a scala ridotta, ma utilissimo risulta il travaso di esperienze dall’operare alle diverse scale della progettazione.
“Sostanzialmente produttiva si dimostra poi l’integrazione tra ricerca teorica e ricerca applicata, perseguibile in sede universitaria la prima e quasi esclusivamente professionale la seconda. In più occasioni sono state direttamente sperimentate alcune acquisizioni teoriche che hanno di contro ricevuto conferme o smentite dal loro momento applicativo.
Difficile insegnare se non si opera; ma dato che scarse o inesistenti risultano le occasioni progettuali offerte dalle nostre scuole di architettura, non resta che rivolgersi al mercato, tentando di strumentalizzare le opportunità che offre piuttosto che da esse essere strumentalizzati. ‘Progettare per non essere progettato’, come insegna Enzo Mari”.
È oggi in corso di pubblicazione il volume Sorella pietra, fratello ferro. Un percorso nella cultura tecnologica del progetto, edito da Altralinea, che “… rappresenta una sorta di sintesi delle esperienze didattiche di molti anni espresse in termini di racconto: un tentativo di cercare un linguaggio che si avvicini a quanto percepibile dai più giovani, coloro che, con molto coraggio e passione, intendono affrontare questo nostro difficile mestiere”.
Il ritratto del profilo è dell’arch. Maria Poli.
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