Aurelia D’Andria nasce a Taranto il 9 settembre 1935.
Già giovanissima frequenta la bottega dello scultore Francesco Paolo Como, quella del pittore Francesco De Amicis, lo studio del Prof. Aldo Peluso per il disegno stilizzato, cimentandosi in varie competizioni. Nel 1953 i suoi disegni vengono esposti a Roma, nella Galleria Nazionale.
Frequenta il Liceo Scientifico Battaglini ed il Liceo Musicale di Taranto, conseguendo il diploma di solfeggio.
Nel 1951-52, rivolge lo sguardo oltre la propria città, conseguendo a Napoli la Maturità Artistica ed iscrivendosi alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Federico II, decisione maturata dopo aver compreso le motivazioni che inducono un architetto ad operare.
Ricorda, a questo proposito, il colloquio avuto sul Monte Faito con l’architetto Vladimiro Nespoli, che indicando la linea dell’orizzonte, le fece intendere chi mai fosse il vero Architetto. Non sostenuta dai familiari, promette loro di completare gli studi liceali, conseguendo anche la Maturità Scientifica nel 1953.
Trasferitasi a Roma, nello stesso anno, prosegue gli studi presso la Facoltà di Architettura di Valle Giulia. A soli diciotto anni, il 16 novembre 1953, perde suo padre, capitano di macchine del mercantile “Vittoria Claudia”, affondato nelle acque di Dover. Erano anni di grandi difficoltà ed i giovani sognavano di poter contribuire alla crescita del Paese, così decise di utilizzare il diploma di disegno per sostenere i propri studi, insegnando in diversi Istituti Statali.
A Valle Giulia, durante il terzo anno di corso, incontra Franco Scanzani e costituisce con lui un sodalizio che durerà tutta la vita.
Laureatasi nel febbraio 1960, fonda insieme ai colleghi Luciana Gaudenzi, Bramante Micozzi e Franco Scanzani, il Gruppo DGMS, con studio in via Forlì, che opererà sino al 1967.
Vincitrice di concorsi a cattedra, insegna Disegno e Storia dell’Arte nei Licei e negli Istituti Tecnici romani.
Invitata dal Prof. Vincenzo Fasolo, frequenta la Facoltà di Valle Giulia, come assistente volontario, nel corso di Storia dell’Architettura e successivamente, con il prof. Saul Greco, in quello di Elementi Costruttivi.
Con Corrado Sultana, Roberto Palumbo e tanti altri colleghi si attiva nel tentativo di costituire un Sindacato per gli Architetti, poi assorbito dal rinnovato Ordine professionale di Roma. Sono anni di fermento e della contestazione universitaria.
Nel 1965 A. D’Andria è stata nominata dal Sindacato Regionale Architetti Liberi Professionisti a far parte della Commissione istituita presso la CONFISIA, per le modifiche in materia del Testo Unico della Tariffa Professionale.
Nell’elezione nominale del 1968 per la sostituzione dei colleghi Remo Ventura e Giulio Sciascia, viene eletta Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Roma e Lazio ed è la prima collega a far parte di tale istituzione. Ritiene indispensabile sostenere e proporre la figura dell’Architetto quale progettista d’istanze sociali, superando antichi ostacoli, con soddisfacenti risultati. Rieletta nelbiennio successivo (1968-70), con Adriano Capo fa parte dell’istituenda Commissione Parcelle ed è nominata dal Consiglio nella Commissione per la revisione del Regolamento Edilizio di Roma, istituita nel 1973; successivamente partecipa alla Commissione precedente l’emanazione della L. 30/1977 ed a quella per i Rapporti
con le pubbliche Amministrazioni. S’interessa del Lavoro Estero presso la Commissione Consiliare per le Attività Culturali e della posizione degli Insegnanti di Disegno Tecnico negli Istituti Tecnici Industriali (ITIS), organizzando un ricorso di Stato.
Nel 1979 è nominata dal Ministero della Pubblica Istruzione Presidente di Commissione Esaminatrice dei Corsi abilitanti ordinari D.L. 1.7.1976 cl. 13 e 22.
E’ segnalata dall’Ordine Architetti di Roma e di Rieti al Consiglio Nazionale degli Architetti come esperto di Edilizia Residenziale.
Negli anni ottanta è eletta Consigliere del Sindacato Architetti Liberi Professionisti (1981-83), facendo anche parte del Consiglio Direttivo e fondando con i colleghi il Centro Studi.
Fa parte anche dei soci fondatori del CesArch, attivandosi nei diversi settori, collaborando alla selezione del materiale in occasione della mostra “50 anni di professione” tenutasi a Roma nel 1980.
Nello stesso anno, in seno alla Commissione Attività Culturali, è designata a far parte del Comitato organizzatore della Mostra “Opere e Progetti di Architetti Italiani in Medio Oriente “.
Dal 1984 al 89 è consulente tecnico dello Studio Notarile Bellelli, in via Monaci, Roma.
Dal 1991 al 1995 svolge attività di ricerca presso il CesArch, elaborando progetti in collaborazione con i diversi gruppi: Settore Progetti per Roma, dell’Area Metropolitana e Gruppo Pari opportunità.
Scioltosi il Gruppo DGMS, Aurelia D’Andria e Franco Scanzani operano insieme nello studio di via Brennero sino al 1974.
Unica titolare dello Studio Scanzani D’Andria dal 1979, si dedica esclusivamente alla professione, per poi condividerla con la figlia Flavia. Con il consorte Franco trascorre momenti d’intenso dibattito culturale: pur riconoscendo le scelte profonde del collega, continua ad avere con lui una stimolante collaborazione, che viene amaramente a mancare nel luglio del 2005. Il sodalizio con Franco Scanzani è durato cinquanta anni. L’impegno e la dedizione esercitata nella professione e nel sociale è dovuta solo al sostegno, alla stima e disponibilità dell’uomo che le è stato vicino senza interferenze, né contrasti.
Nel 1992 è nominata dalla società “Formare” responsabile del Corso di Formazione “Operatori Progettisti CAD”, nell’ambito del progetto formativo “Leonardo” della Regione Lazio e Commissario d’Esame, sempre per conto della Regione.
Nel 1993 svolge ricerche per la cooperazione internazionale per il Centro Studi e Ricerche SINDARCH: TA-ATS Guatemala Lineas Guidas del Proyecto “Green Collars” Tecnicos Managers Ambientales (con R. Cirimbilla, R. Violo, ing. A. Francesconi, dott. M. Piccinetti).
Nel 1995 è nominata dal Ministero della Pubblica Istruzione relatrice del “Corso di aggiornamento per docenti di Tecnologia e Disegno nella sperimentazione Brocca ad indirizzo scientifico–tecnologico”, tenutosi presso il Liceo Corradini in Thiene (Vicenza).
Nel 1997 la Giunta Comunale di Roma le conferisce l’incarico di Perito collaudatore del III Dipartimento -IX U.O. per il settore mobili (delibera n. 1143/1997). Nel 1999 è nominata dalla XII Ripartizione del Comune di Roma nella Commissione Reparto Mobili per la stesura di schede tecniche da utilizzare in fase d’appalto.
Negli anni novanta, da un incontro casuale con Laura Borroni, inizia una collaborazione continua che le permette di partecipare, come cultore della materia, nei Laboratori di Progettazione della Facoltà di Architettura di Valle Giulia, dove è correlatrice di diverse tesi di laurea. Il continuo contatto con le nuove generazioni è stato il volano della sua vita.
Contemporaneamente, con lo Studio di via Brennero, si cimenta in concorsi di architettura con giovani colleghi, molti dei quali pubblicati nei relativi cataloghi, instaurando una collaborazione continua con alcuni di loro, sino a condividere lo studio con la figlia Flavia Scanzani, in collaborazione con gli architetti Maria Campagna, Francesco Deli, Maurizio Lanucara e Francesco Sabatini.
Dopo aver operato per cinquanta anni consecutivi, ancora oggi Aurelia si sente debitrice verso sua madre.
Febea D’Eredità, la quale, di fronte alla scomparsa drammatica del coniuge, non ha ostacolato l’avvenire dei figli, sostenendoli e trasferendosi a Roma con la cattedra di Musica e Canto corale, rinunciando alla notorietà di cui godeva nella città natale.
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