50 ANNI DI PROFESSIONE

Ascarelli Giovanni
Ascarelli Giovanni

Nasce a Roma nel giugno del 1945 e si diploma con maturità classica presso il Liceo Torquato Tasso nel 1963. Si laurea in Architettura nel luglio 1969 ed è iscritto all’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia con il numero 2519. Presta servizio militare come ufficiale nel Genio Aeronautico nel 1970-’71, e l’anno successivo inizia l’attività accademica e di ricerca presso la Facoltà di Architettura “La Sapienza” di Roma, fino alla nomina a professore ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana. Dopo gli ultimi anni di servizio presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi de L’Aquila, conclude anticipatamente il suo incarico a partire da gennaio 2012.

È cofondatore nel 1972 di Studio Transit, dove svolge attività professionale a livello nazionale e internazionale, documentata da numerose pubblicazioni sulla stampa generalista e specializzata. Nel 2022 si celebrano i 50 anni di attività in concomitanza con il Festival di Architettura promosso dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia.

Giulio Carlo Argan, storico e critico dell’arte e dell’architettura, nonché sindaco di Roma negli ultimi anni ‘70, così introduce il primo progetto urbano importante di Studio Transit, che ha visto lo studio impegnato per oltre 20 anni: “… Si è fatto finora il possibile per dominare il complesso di Proserpina: un percorso in metropolitana non deve essere una discesa agli inferi. … Mi pare che uno dei pregi maggiori del progetto per la linea B della metropolitana romana sia appunto quello di muovere dallo studio degli aspetti psicologici dello sdoppiamento del dinamismo della vita urbana nei due livelli diversi e comunicanti della superficie e del sottosuolo. …”

Con Maurizio Macciocchi, Evaristo Nicolao e Danilo Parisio, si imposta il progetto per la Linea B su quello che chiamano transit design: un design che prevede nei fruitori una condizione psicologica particolare, quella di chi è in movimento, e, nello spostarsi, pensa alle cose fatte e da fare e, se si guarda attorno, non ha orizzonti ma soltanto cose vicine e artificiali. Hector Guimard ha dato agli ingressi della metropolitana parigina un’elegante e confortante cornice floreale: steli e fiori metallici, quasi ad assicurare il passeggero che non c’è contraddizione sostanziale tra la natura e la tecnica. I corpi di fabbrica della Linea B romana sono smembrati nello spazio, i passeggeri non debbono avere la sensazione di varcare una soglia. Tra l’aperto e il chiuso c’è una continuità sottolineata dalla frequenza degli appelli visivi affidati ai colori elementari, quelli che dai tempi di De Stijl fanno architettura.

Un tratto della Linea B corre all’aperto: maggior ragione per evitare che la gente si senta precipitata agli inferi e poi riportata a riveder le stelle. D’altra parte, si è riflettuto che la metropolitana facilita una concezione espansa dello spazio urbano; e la si è assimilata alle architetture che, nel passato, facevano esplodere la città e le davano uno spazio presunto infinitamente più vasto del visibile. Una volta le metropolitane si agganciavano agli arrivi delle ferrovie, prolungandone più dolcemente il corso: questa metropolitana moderna è pensata come uno strumento decentrante, che porta fuori e libera.

È stato accuratamente studiato il giunto delicatissimo tra lo spazio urbano di superficie e lo spazio urbano della metropolitana: si è cercato “… di contenere il numero e limitare al massimo la lunghezza dei corridoi, di adattare le conformazioni di questi spazi alle caratteristiche del nodo urbano corrispondente fuori terra.” Tutti gli appelli visivi sono intensificati, ma non già per compensare con la loro allegria il buio tombale: si è invece considerato che nel transit design, che si rivolge a soggetti in moto, le informazioni debbono essere date nel tempo più breve e tenendo conto della non predisposta attenzione del ricevente.

La metropolitana è un “involucro di oggetti tecnicamente disparati”: non un’architettura, ma un assemblage. Il segno di base, o il codice, è il colore: non come “espediente di maquillage”, ma come perfetto, veloce “veicolo di segni”, il più adatto alle emissioni rapide, lampeggianti, immediatamente evidenti. C’è una segnaletica che comanda l’uso corretto del mezzo; ma c’è anche la pubblicità, che non fa affatto accessorio ma, di pieno diritto, messaggio.

È tutta una percezione per sequenze, in cui non conta il fissarsi ma il succedersi delle immagini: la più conforme, indubbiamente, alle coordinate mentali di una società le cui nozioni di spazio e di tempo sono state decise, essenzialmente, dal cinematografo. Indubbiamente, la morfologia “anomala” che emerge da questo progetto della Linea B è “… del tutto dissimile dalla logica dell’edificio …” e questa è una qualità che si vorrebbe veder garantita dalla presenza costante, organica di uno specialista della comunicazione visiva nella gestione dell’apparato visivo della rete metropolitana. Ci sono, in questo progetto, gli elementi sufficienti per fare della metropolitana, se realizzata al più presto nella sua totalità, un fattore di esperienza capace di cambiare la mentalità della gente e di rianimare il dinamismo della vita cittadina. È tutta una questione di investimenti massicci e di capacità tecnica. “Il metro di Parigi è nel suo complesso l’espressione della società fin de siècle: ci accontenteremmo che anche il metro di Roma fosse, nel suo complesso, un’opera tipicamente fin de siècle. Del secolo dopo, s’intende…” (da “L’architettura cronache e storia, n. 298-299, agosto-settembre 1980, La metropolitana e il futuro di Roma di Giulio Carlo Argan, pag. 451”).

È consulente e membro di diversi comitati tecnico-scientifici della pubblica Amministrazione, a livello statale e regionale: è prima componente, poi presidente, della Commissione di collaudo “Napoli 10” per la ricostruzione di Napoli dopo il terremoto del 1980 (1983 – 2008); componente della Commissione Urbanistica del Comune di Roma (giunta Carraro e Rutelli I); componente della Commissione di Valutazione delle Proposte Ricettive in occasione dei Mondiali del ’90, per conto dell’allora Ministero del Turismo e Spettacolo (1989 – 1991); consulente del Ministro dei LL.PP. per i programmi straordinari di edilizia residenziale (1991 – 1995); membro del Comitato Scientifico dell’Agenzia Sviluppo Lazio per il marketing territoriale (2001 – 2005); membro della Commissione di congruità istituita dal Ministero della Difesa per la dismissione dei propri beni immobiliari (2003 – 2007); presidente di “Roma Metropolitane” (2009 – 2012), società che indirizza la costruzione della metropolitana di Roma per conto dell’Amministrazione Comunale. Inoltre, è consigliere dell’Ordine degli Architetti di Roma PPC e provincia (2013 – 2017) e nel Comitato Direttivo di In/Arch Lazio (dal 2018). Infine, quanto alla partecipazione all’ebraismo locale e nazionale, è assessore alle Scuole della Comunità Ebraica di Roma negli anni ’90 per due mandati e, più recentemente, è assessore al Dipartimento Attività culturali (2008 – 2015) e assessore al Museo della stessa Comunità (2015 – 2019). È consigliere e membro di giunta dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) per il mandato 2016 – 2020.

Nell’attività di ricerca (cui è impegnato con i più giovani soci Alessandro Pistolesi, Manuela De Micheli e Sergio Vinci) privilegia i temi legati alla trasformazione e sviluppo della città contemporanea, analizzando, soprattutto, i contesti marginali che più necessitano di nuove focalità urbane e che si prestano ad aggiornate sperimentazioni figurali, sensibili alla dialettica internazionale ma sempre radicate alla realtà contestuale e alla tradizione, storica e culturale, prettamente italiana. È autore, dal 1975, di numerose pubblicazioni sul tema dei trasporti, del verde urbano e della storia della città, fra le quali: Città e verde – Antagonismi metropolitani. Testo e Immagine, 1997; Architettura e rinnovo del Territorio, Ed. Kappa, 1999; Nuove Complessità Urbane, Maccarone Libri, 2002; Il Tempio Maggiore di Roma, (con altri), Umberto Allemandi & c., 2004; Luoghi dell’ascolto. Studi per il progetto della Chiesa Contemporanea, Easy Libro, 2007; Architettura, Infrastruttura, Spazio urbano, (con altri), Alinea Editrice, 2007; Trasporti pubblici e spazio urbano, Easy Libro, 2008.

Tra le pubblicazioni riferite ai lavori di Studio Transit: Transit in Roma, Alinea Editrice, 2008; Volume Zero, The Plan editions, 2013; 38 vs.18 Una storia di architettura, Ed. Quodlibet, 2018. Infine, ha scritto due volumetti dove si intrecciano argomenti di prevalente interesse ebraico, di architettura e di urbanistica: Verso Roma?, Ed. Kappa, 2012 e Interstate ninety five, Ed. Kappa, 2016.

PHOTOGALLERY

ATTIVITÀ

DELL'ORDINE

POLITICA

DELL'ORDINE