Aldo Bellini, nato a Roma il 14 luglio 1915, si laurea nel gennaio del 1940 con una tesi sulla sistemazione dell’area dietro l’abside di S. Giovanni in Laterano (la commissione è presieduta dal prof. Ugo Amaldi).
Nel periodo universitario approfondisce gli studi per i nuovi edifici dell’Ateneo Lateranense, del Seminario Maggiore Romano, del Palazzo dì abitazione del Cardinal Vicario del Pontefice, della villa di Stravinsky al lago di Piediluco (Terni).
A seguito di un malinteso con il prof. Vincenzo Fasolo, ed in parte anche per una grave malattia, lascia la facoltà per due anni, ma continua ad interessarsi di architettura, facendo pratica nei cantieri edili del padre. Ripresi gli studi, si presenta alla laurea nell’anno accademico 1939-40, dopo aver lavorato nello studio dell’arch. G. Muzio a Milano, «non volendo dar ragione al prof. Fasolo che troppo affrettatamente aveva predetto che non sarebbe mai diventato un architetto perché bello e ricco».
La guerra mondiale è già in atto; i precedenti contrasti con il prof. Fasolo vengono completamente superati in sede di laurea, e Aldo Bellini ricorda con affetto e commozione il comportamento del vecchio professore in quell’occasione, conclusasi con un 110 ed un caloroso abbraccio.
L’abilitazione alla professione è sostenuta a Napoli nel 1941, essendo stato, nel frattempo, richiamato al battaglione Artiglieri di Capua; dal maggio del ’42 è trasferito al Centro Studi ed Esperienze del Ministero della Marina, per la sperimentazione di natanti in cemento armato e bacini di carenaggio galleggianti.
A guerra conclusa, nel 1947, comincia a progettare edifici per edilizia residenziale in Roma, nel quartiere Nomentano; da allora la sua intensissima attività si rivolge prevalentemente allo studio di edifici di cui egli stesso cura la costruzione. Affinché fosse sempre presente nel suo lavoro il nome del padre, prima che questi morisse nel ’51, costituisce la società «Costruzioni Alfredo Bellini» nell’ambito della quale progetta ed esegue edifici intensivi, ville e palazzine; tra questi, a Roma, possiamo ricordare gli edifici di fronte a villa Stuard, quelli in via Belloni e via Pompeo Neri e la palazzina a lungotevere Flaminio e, a Frascati, gli edifici in via Ninfeo di Lucullo. Nel 1972, dopo aver costruito il complesso edilizio di Casal Lumbroso, decide di interrompere l’attività a causa dell’eccessiva ingerenza burocratica nel settore edilizio.
Continua però a prestare consulenze e redigere progetti esecutivi, come per esempio, quello per le scale di sicurezza dell’edificio S.I.A.E. all’EUR, progettato da V. Monaco, F. Luccichenti e L. Passarelli nel 1965. L’ultima sua opera, in corso di approvazione, è un complesso edilizio di case a schiera a Genzano, in località Monte Cagnoletto.
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